da 'Il Risveglio' della scorsa settimana:

10 Novembre 2011


Il Cai si oppone alla proposta di legge: «Raccoglieremo 60mila firme»
“No” alle moto sui sentieri


VALLI — No a motociclette e quad che scorrazzano per i sentieri di montagna. L’opposizione ad una proposta di legge regionale che stravolgerebbe gli equilibri della vita in alta quota arriva dal Cai Piemonte. Il mese scorso si è svolta una riunione ad Acqui Terme, durante la quale si è stabilito di dare il via ad una petizione che faccia arrivare a Palazzo Lascaris la voce di tutti gli iscritti alle 81 sezioni piemontesi del Club Alpino Italiano, complessivamente 52 mila persone. «L’obiettivo è quello di raggiungere le 60mila firme nei prossimi mesi -dice il lanzese Gino Geninatti, presidente del Cai Piemonte ed ex presidente della sezione di Lanzo- Chiunque può firmare in ogni sede del club. La sensibilizzazione va di pari passo con il rinnovo delle iscrizioni. Ai nostri soci che verranno a confermare l’iscrizione presenteremo il problema e sono certo che non si tireranno indietro e coinvolgeranno anche le loro famiglie. Dare il via libera ai mezzi motorizzati sui sentieri è dannoso su molti fronti, da quello naturalistico a quello turistico. Si perde ad esempio il piacere di passeggiare nella tranquillità, dato il rischio di venire superati da moto rombanti. Anche la ricaduta sull’indotto potrà essere negativa. Se ci saranno meno escursionisti a piedi - che magari decideranno di allontanarsi dalle Valli di Lanzo per andare ad esempio in Lombardia dove una proposta di legge di questo genere non è ancora arrivata- i rifugi lavoreranno di meno. Coloro che usano la moto da cross sono in numero minore rispetto a chi sale a piedi, quindi i conti non sono vantaggiosi».Bisogna pensare anche alla manutenzione dei sentieri, effettuata regolarmente dai volontari del Cai. «C’è chi lavora gratuitamente per mettere a posto i sentieri -aggiunge Geninatti- e vedrebbe il proprio lavoro vanificato dai solchi lasciati dalle ruote. Al momento il transito delle moto sui sentieri è una pratica vietata e sanzionata. Ci auguriamo che possa continuare ad essere così».




 
http://motoalpinismo.it/smf/Smileys/classic/00056002.gif ...ecco la risposta da noi inviata al giornale:


Spett. Redazione,
in relazione al Vs articolo uscito sul sul 43 a pag 47 dal titolo “No” alle moto sui sentieri”, ci preme per correttezza e completezza di informazione, e per questo ve ne chiediamo la pubblicazione, precisare quanto segue:


Il fuoristrada si divide in diverse specialità, differenziate principalmente dal tipo di veicolo utilizzato che può andare da pesanti auto 4x4 con peso ben oltre la tonnellata alle minimaliste moto da trial, con basse potenze, pneumatici non artigliati e peso attorno ai 70 kg.
La circolazione fuoristrada su tutto il territorio piemontese è già da tempo giustamente vietata, con la sola eccezione di aree e percorsi ad essa dedicati, dove caso per caso, valutato l’impatto ambientale, i rischi idrogeologici ed altri eventuali fattori di disturbo, si rilascia da parte dei Comuni, veri conoscitori della realtà eco-socio-economica locale le autorizzazioni per l’uno o l’altro di questi veicoli.
Come Associazione sportiva da oltre trent’anni presente sul territorio e sempre dedita all’attività del trial reclamiamo il diritto all’esercizio della nostra pratica sportiva, nel rispetto dell’ambiente, delle leggi in vigore e degli attori (residenti, turisti, appassionati della montagna) con cui veniamo ad interagire. Per questo promuoviamo da tempo il Trial Socio-compatibile, educando i nostri associati al rispetto delle regole, del territorio e dei loro abitanti.
Per questo siamo assolutamente in linea con quanto auspicato dal CAI in termini di tutela ambientale. Chi vuole fare ‘motocross’ deve utilizzare gli impianti fissi ad esso dedicati, chi usa il quad o l’enduro deve farlo solo su percorsi idonei ed autorizzati, così come noi trialisti dobbiamo restare nei nostri ambiti, come previsto dalla legge. Ha ragione il CAI a stigmatizzare comportamenti scorretti che esulano da questo concetto e tale posizione ci vede assolutamente concordi, tanto da auspicare regolamenti comunali che prevedano l’uso dei percorsi solo da parte di utenti registrati e che riconducano ad una associazione, escludendo chi pratica un fuoristrada sconsiderato, pericoloso e dannoso per l’ambiente, vera spina nel fianco dei molti appassionati corretti e responsabili.
Ci dissociamo invece da una visione tendente a colpevolizzare in toto, citando moto che ‘scorrazzano’ in montagna, ma ignorando la stragrande maggioranza di trialisti educati che, ad una velocità media di 10/15 km orari si fermano e cedono il passo ad ogni incontro con gli altri utenti dei sentieri.
Citare i propri iscritti, accreditandoli quali unici aventi diritto a dar sfogo alla propria passione, negando tale possibilità ad altre realtà consolidate che hanno prodotto e producono campioni di specialità al massimo livello, porta ad una contrapposizione fra appassionati dello stesso bene poco costruttiva e persino pericolosa.
Non esiste un danno naturalistico e turistico perché nel nostro caso, il passaggio delle moto da trial con pneumatici gonfiati a pressioni bassissime, non scava, ma compatta il sentiero tenendolo pulito e scevro dai rovi e gli esercizi di intere vallate secondarie, lontane dai ricchi centri turistici possono solo avvantaggiarsi da questo turismo ‘di nicchia’. Non ci sarà l’ipotizzando calo di presenze nei rifugi; teniamo invece conto anche della ricaduta negativa che un divieto al fuoristrada totale ed indiscriminato avrebbe in un momento cosi critico per tutti, sull’industria del fuoristrada e su un vasto indotto di rivenditori, officine, abbigliamento, ricambi, ecc.
Stigmatizzando dunque il danno di immagine che pochi scorretti danno ad una intera categoria di appassionati (ma questo avviene in tutti gli ambiti), rivendichiamo da un lato il rispetto dell’ambiente e delle persone da parte dei nostri associati, dall’altro il fattivo contributo che il nostro sodalizio da anni offre in termini di riscoperta, riapertura e ripristino di sentieri altrimenti dimenticati anche da chi è abituale frequentatore della montagna; sentieri che poi tornano ad essere percorribili da ogni appassionato e dalle squadre di soccorso ed antincendio in caso di necessità; e la moto da trial è già in alcune realtà valido strumento di supporto a CAI, Protezione Civile, ecc in casi di emergenza e ricerca persone scomparse raggiungendo posti impervi in breve tempo e portando materiale ed attrezzature.
Abbiamo rapporti rimarchevoli e costruttivi di collaborazione reciproca, con numerose oculate amministrazioni che hanno capito che il consentire il transito alle minimaliste moto da trial si traduce in un apporto positivo e benefico per il territorio e abbiamo una ricca documentazione da produrre per dimostrare la bontà del nostro operato, ma non è questa la sede, anche se siamo disponibili ad un confronto sereno e costruttivo per difendere la nostra posizione di veri amanti della montagna, utilizzatori di un mezzo a motore dall’impatto quasi nullo e che in cambio lavorano attivamente a favore del territorio e contro lo spopolamento delle nostre montagne.
Per altri versi, tutti siamo responsabili. L’appassionato alpinista o di trekking non parte da casa a piedi, ma usa un mezzo motorizzato per arrivare in montagna e i rifugi che lo ospitano sono spesso serviti da fuoristrada, gatti delle nevi o addirittura elicotteri.. Esistono mille esempi di offese gravi all’ambiente; scarichi e discariche abusive, speculazioni edilizie, lo scempio di interi boschi per far posto alle piste da sci…
Non si scada dunque in atteggiamenti puramente demagogici dove si ipotizza la ragione tutta da una parte a danno dei ‘cattivi’ di turno quando è pacifico che tutti noi si ha un impatto sull’ambiente e che il godimento del territorio è un bene comune che va condiviso e non corporativizzato, bilanciando esigenze primarie come la tutela ambientale da un lato e il diritto alla condivisione delle risorse e dell’ambiente, in modo responsabile e regolamentato, dall’altra. Le sensazioni di libertà, di stare immerso nel verde, di gustare in pieno le emozioni che si vivono sui sentieri di montagna sono identiche e le viviamo sia andando a piedi che sulla moto da trial: le nostre meravigliose montagne sono, fortunatamente, così grandi e maestose da accogliere e gratificare tutti quelli che sappiano, dimostrando il dovuto rispetto, farne buon uso; ben poco conta il mezzo, quando il fine è lo stesso.

Cordiali saluti.
Valli del Canavese Trial Team
Sport Pulito –Trial Socio-compatibile
Il Direttivo